Valerio Baggio, lo "Zecchino d'oro" di Bergamo.

16 Maggio 2021 Artisti Commenti
L'intervista di Arianna Trusgnach a un pianista eterogeneo che incanta da anni i bambini dello Zecchino d'Oro con le sue canzoni

Valerio, tu sei pianista jazz, pop, classico oltre che compositore e arrangiatore. Quale di questi ruoli ti si veste più addosso?

E' l'equilibrio di queste attività musicali che mi fa star bene! In questo momento dettato da oltre un anno di STOP dai concerti, mi manca molto la parte live della mia attività.

Hai scritto musica per il teatro, il cinema, la televisione, ma sei conosciuto soprattutto per le tue canzoni presentate allo Zecchino d'Oro. Qual è la tua preferita… ma proprio quella che tutti i bambini bergamaschi dovrebbero ascoltare?

Non ho una canzone preferita perché ogni brano è frutto innanzitutto dell'amicizia e del lavoro fatto con altri autori. Per lo Zecchino d'oro non scrivo mai da solo ma ogni anno cerco di giocare con nuove persone scrivendo nuovi brani per l'Antoniano.
Una volta che una canzone passa la difficile selezione e viene scelta, poi c'è tutto l'enorme lavoro che fa lo staff dell'Antoniano di Bologna per produrre tutti i pezzi e, parallelamente, c'è la selezione dei bambini. Insomma, con tutto questo lavoro… come si può preferire una canzone piuttosto che un'altra?

Qual è il tuo rapporto musicale con i Grest?

Ho cominciato a scrivere per il CreGrest nel 1999 e ho realizzato venti dischi con più di duecento canzoni.
Posso dire che ho fatto molta pratica e, grazie a questo continuo esercizio di scrittura e produzione di musica per bambini, ho affinato la capacità di lavorare divertendomi.
Sono grato all'Ufficio Pastorale dell'Età Evolutiva della Diocesi di Bergamo, che mi ha sostenuto per tutti questi anni dandomi la possibilità di divertirmi lavorando con questo genere di musica.

Come tanti artisti bergamaschi che ho avuto il piacere di intervistare, anche tu hai collaborato con artisti famosi del calibro di Peppe Vessicchio, Andrea Bocelli, Claudio Baglioni, Renato Zero, Gianni Morandi, Tiziano Ferro, tanto per citarne alcuni.
Ti sei mai lasciato andare a un "pota, il selfie con loro me lo faccio! Quasi quasi chiedo pure l'autografo!"?

Certamente, il selfie però solo dopo aver rotto il ghiaccio e guadagnato la stima della persona con cui sto collaborando.
Con il maestro Peppe Vessicchio, prima di scattare una foto insieme, ho aspettato sei mesi e molte, molte e molte note suonate!

Una tua particolarità del tuo essere artista è quella di studiare i suoni della natura e poi riprodurli dialogando con essa. Le improvvisazioni che ne escono sono vibrazioni che penetrano nel corpo e regalano a chi ne è "spettatore" un relax pazzesco. Lo so perché ne sono stata testimone in prima persona e lo raccomando a tutti i nostri lettori! Vuoi illustrarci questo particolare progetto musicale?

Ho cercato di approfondire la relazione che c'è tra alcuni suoni e l'influenza che questi hanno sulle cellule vegetali e animali.
E' un mondo interessantissimo che unisce tematiche scientifiche, mediche, musicali, filosofiche ed estetiche.
Con "Natura e suoni" (https://youtube.com/playlist?list=PLzHTptvL64LbBTked7fEMSHa5-x3l2UzN) ho costruito una scala musicale che fosse in qualche modo il più possibile naturale, nel senso che le relazioni tra le frequenze prodotte dalle note che suonavano rispettavano alcuni equilibri e simmetrie tipiche di alcuni aspetti del mondo vegetale.
Con questa struttura armonica e melodica poi cercavo di interagire improvvisando con il mondo sonoro naturale nel quale suonavo. Molto suggestivo… Provare per credere!

Una tua produzione che ami particolarmente?

Faccio tutto con passione e cerco sempre di divertirmi.
Amo cambiare generi e linguaggi musicali. C'è sempre da imparare.

Preferisci di più suonare da solo, in trio o in orchestra?

Ogni organico presenta pregi e difetti. Quando suono in solo, sono molto esposto e quindi devo avere cose interessanti da dire ed essere in grado di esprimerle con chiarezza e precisione. Insomma, è bello ma molto faticoso!
Il trio è un organico che uso spesso, ma è quasi sempre senza basso. Perciò lo realizzo io con la mano sinistra.

Ci racconti un aneddoto simpatico della tua carriera artistica?

Quando ero ventenne, ero molto ingenuo nella parte di promozione personale.
Ero in tv in una trasmissione musicale ("Help") a suonare con un progetto che proponeva cover di canzoni di cartoni animati riarrangiate in chiave ironica tipo "Elio e le storie tese".
Il conduttore Red Ronnie mi chiese: "Ma se qualcuno volesse contattarti, dove ti trova?" Da sottolineare che le mail erano ancora poco usate. Io allora rispondo: "Prendete l'elenco telefonico di Bergamo e cercate Valerio Baggio". Che ingenuo ero!

Dovessi all'improvviso odiare il pianoforte, a quale strumento vorresti abbandonarti?

Uno strumento a fiato o a corde con l'intonazione modulabile!

Ora tocca proprio farti le "Bergamodomande"!
In quale stagione preferisci passeggiare lungo le mura di Bergamo?

In tutte. Ho frequentato il Conservatorio in Città Alta e, per dieci anni della mia vita, in tutti mesi dell'anno, andavo su a piedi, in bici, in motorino, in autobus, con sole, pioggia e neve.
Ho avuto anche per cinque anni uno studio di registrazione sopra le mura... Io amo Città Alta!

Tu sei di Romano di Lombardia. Se ti chiedessi di indicare qual è la cosa che un viaggiatore errante non dovrebbe assolutamente perdersi della tua città, cosa gli diresti? Non dirmi la nebbia!

Io sono nato a Gazzaniga, vissuto a Bergamo centro fino a cinque anni, poi a Celandina (un quartiere di Bergamo) fino ai tredici anni, poi a Boccaleone fino ai diciassette, poi a Pedrendo fino ai ventisette, poi a Seriate e poi a Romano di Lombardia... Qual era la domanda?

Pota! Touchè!
Quante volte al mese mangi la taragna?

Purtroppo poche volte all'anno, ma mi piace tantissimo.
Mi piace così tanto che l'anno scorso ho lavorato alla produzione di una canzone che parla della polenta.
https://www.youtube.com/watch?v=0I9X9pLe14E

In quale gruppo bergamasco ti piacerebbe ricoprire il ruolo di tastierista fisso?

Ho suonato in molte formazioni bergamasche. Sono attento alla produzione dei più giovani e ce ne sono alcuni che trovo veramente interessanti: tra questi apprezzo molto ISIDE.

Dovessi un giorno diventare nonno (lo so che sei giovane… ma ho usato apposta il condizionale ), quale canzone del repertorio tradizionale bergamasco insegneresti a tuo nipote accompagnandolo con il tuo pianoforte?

Sai che non conosco il bergamasco? O meglio, quando lo parlo faccio un casino di errori con strafalcioni pazzeschi!
Mio papà è veneto e in casa mia da bambino non si parlava in dialetto per cui, per evitare di trasmettere al mio nipotino una "pronuncia sbagliata", suonerei un "Noter de Berghem" con un LA LA LA LA LALLLLLLLLA

Grazie mille per averci concesso questa intervista!
Potete trovare Valerio ai seguenti contatti

https://www.youtube.com/user/ValerioBaggioProject/
https://www.facebook.com/ValerioBaggioProject
https://www.instagram.com/valerio.baggio/


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