Scopriamo la storia del Filagosto?

14 Novembre 2021 Artisti Commenti
Quattro chiacchiere con Andrea Mazzola, direttore artistico della famosa kermesse musicale di Filago

Andrea, sei il direttore artistico di questo importante evento musicale che, da diciotto anni, raduna migliaia di persone nella nostra Filago. Ci racconti da chi e com'è nata questa stupenda idea, che regala ai suoi spettatori ore incredibili di musica rigorosamente a costo zero?

Il Filagosto nasce senza prendersi troppo sul serio nell'ormai lontano 2003, quando un gruppo di ragazzi del paese, di cui ora uno è presidente dell'Associazione che organizza il festival, decide che per loro è arrivato il momento di non limitarsi ad andare alle feste nei comuni limitrofi, ma di organizzarne una tutta loro.

Agli albori si trattava di una carrellata di concerti tra gruppi di amici della zona. Poi si è ingrandito sempre più, fino a diventare un avvenimento imperdibile per tantissimi giovani del Nord-Italia.
Vi aspettavate una risposta di pubblico così importante?

Le prime edizioni erano veramente una piccola festa di paese, anche se comunque già all'inizio i ragazzi fondatori del Filagosto avevano puntato su band in voga ai tempi, oltre che a gruppi di amici. Uno su tutti i Derozer. In ogni caso la risposta è stata estremamente positiva e, anno dopo anno, la festa è cresciuta in maniera esponenziale, attirando migliaia di persone. Più che aspettarcelo, ci speravamo e ci abbiamo provato con tutti i mezzi che avevamo a disposizione. Fortunatamente ce l'abbiamo fatta.

Dalla vecchia area del campo di calcio di Filago, nel 2019 vi siete trasferiti in un luogo ben più ampio. Che cosa ha significato per voi questo cambiamento?

Il periodo tra la fine del 2018 e l'inizio del 2019 è stato un vero periodo di stress emotivo. L'area in cui era nato il festival e in cui si era sempre svolto è divenuta per noi inutilizzabile a causa dell'installazione di un campo di calcio in erba sintetica. Lo shock è stato forte! Dopo il momento di sconforto però ci siamo rimboccati le maniche per trovare una nuova location in cui proporre il festival, con la precisa volontà di restare a Filago. Grazie alla collaborazione tra il nostro presidente e il sindaco del paese siamo riusciti a contattare i proprietari dell'area verde dove avevamo pensato di allestire il festival. Una volta ottenuto il via libera, nel mese di giugno e luglio, grazie all'aiuto fondamentale del gruppo di Protezione Civile di Filago, abbiamo trasformato quella che era una gigantesca steppa in un'area concerti idonea per ospitare un festival di grandi dimensioni. Ciò che sembrava un dramma è divenuto una possibilità e il Filagosto è cresciuto ulteriormente.

Le vostre scelte artistiche tendono a soddisfare gusti musicali che spaziano dal reggae al metal, dall'indie alla trap e potremmo andare avanti ma… sono curiosa di capire come realizzate il programma. Ce lo puoi raccontare?


Il calendario del Filagosto è estremamente eterogeneo e ha l'obiettivo di soddisfare più persone possibili. In linea di massima negli anni ha preso un taglio tendente all'indie e al rock, ma non ci sentiamo prigionieri di questo o quel genere. Ci piace sperimentare, seguire l'evoluzione della musica italiana e non, accontentare sia il pubblico più giovane che quello storico. Una menzione speciale va però alla serata reggae internazionale, sempre presente dal 2008, e a quella metal del "Metal for Emergency", che ospitiamo dal 2017.

Com'è nato il sodalizio con Metal for Emergency?

Molto semplicemente noi del Filagosto eravamo amici da tempo, oltre che assidui frequentatori del Music for Emergency (kermesse che organizzava anche il Metal for Emergency). Quando per loro non è stato più possibile organizzare il festival a Cenate, la collaborazione è nata spontaneamente.

La passione per la musica è il filo rosso che muove la catena di sette organizzatori e un'ottantina di volontari. Qual è stata la vostra soddisfazione più grande, in tutta la storia del Filagosto?

Le soddisfazioni sono state veramente molte. Tutti ricordiamo come se fosse ieri il concerto dei Verdena del 2015. Durante la serata abbiamo capito che stavamo realizzando qualcosa di incredibile, non un semplice live ma un evento di cui si sarebbe parlato a lungo. Poi come non citare l'amicizia instaurata nel 2011 con degli allora sconosciuti Fast Animals and Slow Kids, che da allora non ci hanno mai abbandonato e suonano da noi appena c'è un'occasione utile per farlo (li abbiamo ospitati sei volte in nove anni). Infine credo sia una grande soddisfazione quando gli artisti su cui hai scommesso riescano a fare il grande salto di pubblico: il 3 agosto 2017 abbiamo ospitato Coez e sappiamo tutti com'è finita, quando un mese dopo "La musica non c'è" è stata pubblicata come singolo.

Oltre a essere famoso per la musica, il Filagosto è conosciuto anche per essere una sorta di "festa della birra bergamasca". Proponete, infatti, dodici tipi di birre prodotte da birrifici che troviamo in terra orobica. Direi un bel vanto!

Sì, negli anni abbiamo posto sempre più attenzione alla qualità di quello che offriamo anche sotto questo aspetto, arrivando a portare una selezione molto ampia di birre artigianali bergamasche. Bergamo è ricchissima di birrifici artigianali, quindi ci è sembrato corretto e doveroso dargli voce il più possibile. La cosa non è passata inosservata e, infatti, una parte della nostra clientela ci fa visita anche solo per questo motivo.

Ciò che mi ha colpito maggiormente del tuo racconto è il fatto che una parte degli incassi derivati dal food e dal beverage vanno a sostegno dell'organizzazione del Filagosto dell'anno dopo (a cui si aggiungono naturalmente gli aiuti degli sponsor), ma il resto va tutto a sostegno di progetti di beneficienza. La vostra, infatti, per chi non lo sapesse, è un'associazione no profit. Dove sono arrivati i vostri preziosi aiuti?

Come hai già accennato, l'Associazione Filagogiovani (che organizza il Filagosto) è un'associazione di promozione sociale. Tanto il consiglio direttivo, quanto lo staff presente le sere del festival, non guadagna un centesimo. Quello che ci muove è la voglia di offrire qualcosa di figo alla nostra provincia (e non solo) e di aiutare gli altri. Dal 2003 abbiamo destinato circa 50000 euro in progetti di beneficenza su scala nazionale e internazionale. Siamo arrivati in Perù, Ecuador e Malawi, mentre sul territorio abbiamo contribuito alla realizzazione di opere comunali, sostenendo economicamente la Protezione civile e sovvenzionando corsi di serigrafia e animazione video presso alcune scuole superiori.

Il Covid ha purtroppo impedito l'organizzazione dell'evento secondo i canoni tradizionali. Dopo momenti di forte sconforto, vi siete affidati alla tempra che contraddistingue come sempre i bergamaschi e, senza arrendervi, avete deciso di esserci ancora e di non mollare. In che modo siete riusciti a essere ugualmente attivi con i vostri immancabili concerti?

Nell'incertezza della primavera del 2020 su una sola cosa eravamo davvero convinti: non fermarci. Ci siamo promessi che, se il Governo ce l'avesse permesso, in un modo o nell'altro avremmo portato della musica a Bergamo, in un'estate che si preannunciava infinitamente più triste delle precedenti. Realizzare un festival nella nostra grande area di Filago seguendo le norme anti-Coivd era assolutamente impensabile ed economicamente insostenibile, ma siamo riusciti comunque a centrare l'obiettivo di non saltare nemmeno un anno di festival grazie ai ragazzi di Ink Club ed Edoné, che ci hanno spalancato le porte dei loro locali e ci hanno ospitato. Lo stesso abbiamo fatto l'estate scorsa. Certo, non sarà stato il Filagosto che tutti conoscevano, ma per noi essere comunque presenti sul territorio e non fermarsi per due anni è stata una battaglia vinta.

Quando questa pandemia sarà finita, qual è il gruppo che vorreste portare più di tutti sul palco del Filagosto? Parlo del vostro sogno nel cassetto…

In questi due anni la scena musicale non si è fermata, anzi. Gli artisti che ci piacciono sono aumentati a dismisura e di sogni nel cassetto ne abbiamo tanti, ma preferirei non sbilanciarmi… Se in futuro riusciremo a realizzarne qualcuno, sarà una bella sorpresa per tutti!

Veniamo alle "Bergamodomande"
Sul vostro palco sono passati tanti artisti bergamaschi, che inizialmente erano conosciuti solo nel nostro territorio. Tra questi, quali poi hanno preso il volo del successo nazionale? Vi sentite un pochino di averli "battezzati" musicalmente?

Se ti stai riferendo ai Pinguini Tattici Nucleari, ci piacerebbe pensare che sia così, ma credo che loro siano figli anche di tutte le altre realtà bergamasche, di tutti gli altri festival piccoli e grandi che hanno creduto in loro. Sicuramente il vanto di averli avuti ospiti per ben due volte resta! Il rapporto che abbiamo con i già citati Fast Animals And Slow Kids sicuramente nasce anche da questo nostro battesimo, perché per loro quella a Filago era stata una data incredibile. Poi ci sono Dimartino (nel 2015) e Colapesce (nel 2018), anche se in entrambi i casi non é che fossero proprio degli sconosciuti. Infine mi piace citare il live dei Ministri del 2008: avevano all'attivo solo un album (I soldi sono finiti). Abbiamo scommesso su di loro e abbiamo fatto centro. Lo stesso vale per I Cani nel 2012 e con Brunori Sas l'anno precedente.

Qual è il personaggio bergamasco che chiamereste volentieri a inaugurare la prossima edizione del Filagosto?

Magari uno o più di quelli citati nella domanda precedente!

Avete sempre proposto la cucina bergamasca fin da quando eravate nella vecchia area. Qual è il vostro piatto forte?

Da buoni bergamaschi, casoncelli e scarpinòcc sono un must. Nell'area vecchia avevamo una cucina attivissima, ora invece ci dobbiamo affidare maggiormente agli street food. In ogni caso cerchiamo di fare in modo che gli ospiti di Filagosto restino colpiti anche dal settore della ristorazione.

Andrea, ti ringrazio di cuore per averci raccontato tutti i segreti del Filagosto. Ovviamente, come facciamo con tutti i nostri artisti, ti chiediamo di promuovere il "tuo" Festival lasciandoci i contatti social e non…

Grazie a te! Certamente! Qui di seguito alcuni contatti utili per conoscerci meglio e a cui chiedere informazioni:

Intervista fatta da Arianna Trusgnach per Chèi de Bèrghem

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