Rossella Pirotta, l'animo umile di una dolce violinista

21 Febbraio 2021 Artisti Commenti

Rossella Pirotta, l'animo umile di una dolce violinista

Dai palchi di Pavarotti and friends al Donizetti: una carriera a tutto tondo per l'artista trezzese, ma bergamasca di adozione


Rossella, quello che mi ha colpito parlando con te è che, nonostante tu abbia calcato i palchi più ambiti d'Italia (Festivalbar, Pavarotti and Friends, trasmissioni sulle reti Mediaset e Rai come il Festival Italiano con Mike Bongiorno, Buona Domenica con Lorella Cuccarini, Francamente me ne infischio con Adriano Celentano), sia rimasta un'umile violinista, come ami definirti. Chi ti è stato d'esempio in questo tuo modo d'essere?
Sicuramente l'educazione e l'esempio avuti dalla mia famiglia sono stati importanti per la formazione del mio carattere e della persona che sono ora.
La semplicità nell'anima è un obiettivo che muove la mia vita e mi piace circondarmi di persone come me!
Mi ritengo un'umile violinista perché, pur non essendo una famosa concertista, ho trovato il mio spazio in questa professione. Ho cercato di fare bene il mio lavoro ricordandomi sempre di quanto sia fortunata e privilegiata a essere tanto vicina alla "bellezza".

Tuo padre è stato una figura molto importante per la tua passione musicale. Ciò che ti regalava sempre a Natale, quando eri bambina, è qualcosa di meraviglioso. Ce ne vuoi parlare?
Parlo con grande gioia di mio papà, che ora ha ben ottantasei anni. Grazie a lui ho scoperto la grande passione per la musica, che poi è diventata anche il mio lavoro. Da giovane aveva studiato violino, ma ha dovuto chiudere lo strumento in custodia (proprio quello con il quale io ho iniziato a strimpellare ), non potendo più continuare perché all'epoca era considerato un privilegio per pochi.
Per molti anni, e fino alla mia adolescenza, uno dei regali di Natale più importanti che trovavo sotto l'albero era l'abbonamento alle "Serate Musicali" che si svolgevano nella sala Verdi del Conservatorio di Milano.
Vestiti di tutto punto, ogni settimana partivamo per raggiungere la città. Mi sembrava un sogno!
Ricordo ancora che, seduta in quella poltroncina, mentre ascoltavo i concerti, mi sentivo una principessa ed ero felice, davvero tanto felice!
L'emozione più bella però è stata quando, dopo aver ultimato gli studi proprio in quel Conservatorio, mi sono trovata anch'io da professionista su quel palco. Ricordo che era iniziato da poco il concerto e, in una piccola pausa del mio spartito, ho guardato verso il pubblico, rigorosamente nelle file alte, dove mi sedevo sempre da piccola. Ho visto mio papà che assisteva con gli occhi lucidi, pieno di orgoglio: la sua bambina aveva realizzato un sogno (e forse era un pochino anche il suo). Sono immagini che restano impresse nel cuore.

Tra i tanti direttori che hai avuto l'onore di conoscere, ce n'è uno in particolare che ricordi soprattutto per le sue doti umane?
Provo grande stima per Peppe Vessicchio, grande musicista e persona adorabile, con un cuore grande e generoso. Ho lavorato con lui per tantissimo tempo, condividendo momenti veramente speciali e divertenti anche in amicizia. Negli ultimi anni non siamo riusciti a vederci ma, come gli scrivo sempre nei messaggi, per me è sempre il numero uno!

Hai avuto l'onore di suonare con i Queen, i Deep Purple, Sting, James Brown, Lou Reed, Anastacia, Ace of Base, Pavarotti, Zucchero e tanti altri. Hai qualche aneddoto musicale curioso da raccontarci?

Curioso è già aver fatto parte di quel bel gioco, in cui ho fatto esperienze musicali fantastiche con i grandi della musica leggera.
Sono state situazioni particolari, dove spesso mi sono sentita nel "paese dei balocchi". Sicuramente ero incredula nell'essere parte di quelle realtà così importanti. Vedere da vicino questi miti è stato incredibile per una ragazza di campagna come me!
Mi ricordo quando, in una prova di "Pavarotti and Friends", Brian May ha preso la sua chitarra per la prova suono e ha fatto il primo accordo...wow!!!
Oppure ho ancora in mente quando ho chiesto a Zucchero di fare una sorpresa al mio ex compagno, suo grandissimo fan. Era venuto ad assistere alle prove :-). Lui è stato gentilissimo e si è prestato a conoscerlo.
Che meraviglia quegli anni!

Spesso i musicisti classici vedono quelli che si dedicano alla musica leggera come degli "alieni", nella connotazione negativa del termine. Cosa ne pensi?
Negli anni Novanta, periodo nel quale ho iniziato a fare i primi passi in questo ambiente, si percepiva un pochino il sentore che, chi lavorava anche nel moderno, fosse considerato di serie B. Io personalmente l'ho vissuto, ma alla fine queste critiche non mi hanno mai interessato molto. Sono felice di avere fatto questa esperienza, perché tutto ciò mi ha fatto sicuramente crescere violinisticamente e professionalmente e, alla fine, anche i colleghi che all'epoca non avevano molta elasticità mentale l'hanno capito.

A livello discografico sei impegnata in qualche progetto?
Presto uscirà il quarto disco dell' Ensemble Baroque "Carlo Antonio Marino", gruppo con sede ad Albino e con il quale collaboro dalla sua nascita.
Sarà edito dall'etichetta discografica Tactus e conterrà i Sei Concerti Op.VII di Pietro Antonio Locatelli.
Per chi volesse saperne di più, può consultare la pagina web www.carloantoniomarino.com.

Alla fine del primo Lockdown, hai suonato al cimitero monumentale di Bergamo alla presenza del Presidente Mattarella. Tutti noi abbiamo assistito a quella cerimonia con il cuore in gola, pensando alla prova difficile che abbiamo dovuto affrontare. Quali emozioni ha percepito una violinista come te, abituata a suonare ovunque, a entrare con le note in quel silenzio così profondo?
Grazie per la domanda.
In effetti esserci è stato un momento della mia vita che resterà indelebile. Il silenzio che ha accompagnato quel momento è stato una sensazione indescrivibile, un silenzio ricco di parole e di immagini. Personalmente non avevo mai provato tanta emozione.
Per me esserci mi faceva quasi mancare il respiro. Mi sono sentita privilegiata e fortunata ed è stato come aver potuto dare anch'io una carezza alle innumerevoli vittime e ai loro cari. Quando il Presidente Mattarella si è diretto verso il palco e abbiamo iniziato a suonare l'Inno di Mameli, ho temuto di avere un mancamento dall'emozione, non mi vergogno a dirlo.

Come ha influito sul tuo lavoro questa pandemia?
Per quanto riguarda il mio lavoro di musicista, sappiamo tutti molto bene che in questo momento è in sofferenza e non nego di essere molto triste perché non posso esprimermi ed essere a contatto con il pubblico e la sua bella energia, che per noi musicisti è vita. Per ora mi consolo nell'insegnamento e suonando in piccole e poche realtà.
Veniamo alle domande su Bergamo :-).

Parliamo della tua "adozione" bergamasca. Il tuo compagno è orobico e lavori soprattutto a Bergamo e dintorni. Mi piacerebbe sapere da te un pregio e un difetto dei bergamaschi e delle "bergafemmine" :-).
Direi che le "bergafemmine" hanno solo pregi!!! A parte la battuta, credo che i bergamaschi siano dotati di un cuore grande e tanta forza nel non arrendersi mai.
Un difetto? Cucinano tutti troppo bene!


Tu sei anche un'artista. Infatti, oltre a suonare il violino, ti dedichi ai Doodles, che ami definire "scarabocchi che accarezzano l'anima". Qual è la bellezza artistica di Bergamo che ami maggiormente?

Artisti sono altri :-). Io mi diverto a fare scarabocchi con il mio pennarello-gallinella! Se volete conoscerli, potete andare a curiosare su Instagram in #rosselladoodle o visitare una mia esposizione temporanea, che terminerà l'8 marzo, presso la libreria "Il gabbiano" di Trezzo sull'Adda.
Ritornando alla tua domanda, invece, adoro Bergamo alta con la sua Piazza Vecchia. Ha un fascino particolare, che mi emoziona sempre come se la vedessi per la prima volta!

Dovessi scegliere tra un bel bicchiere di birra bergamasca o un calice di Calepio, dove cadrebbero le tue papille gustative?
Io, senza nulla togliere a queste bevande prelibate, cadrei volentieri in un bel piatto di casonsèi o di polenta taragna, cibi che mi ricordano la mia infanzia con la mia balia, la mia seconda mamma, che era di Clusone!

Rossella, è stato veramente un piacere chiacchierare con te. Ora i bergamaschi si chiederanno come contattarti (sia per il dolce suono del tuo violino che per i tuoi meravigliosi Doodles). Ci puoi lasciare i tuoi contatti?
Piacere mio!
Eccoli:
Facebook: Rossella Pirotta
Instagram: rossellapirotta
Instagram: rosselladoodle, (già scritto nell'intervista ma "repetita iuvant", come dicevano i saggi latini :-) ).
Intervista di Arianna Trusgnach per il Chèi de Bèrghem


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