Roccia: la sua passione per la musica e la scrittura

19 Maggio 2023 Artisti Commenti
Il cantante di Villongo presenta il nuovo singolo "Il sapore della cena" e si racconta un po'

Giuseppe, parliamo di te come persona. So che ti piace tanto la scrittura. Ti puoi definire con una metafora? ☺

Ciao a tutti i cari lettori! Premetto subito che non sono un gran conoscitore di metafore, anzi, proprio per nulla, quindi vi dico subito che Roccia è sia il mio cognome che il mio nome d'arte (figo, vero?). Nella vita faccio l'educatore in un Istituto Residenziale per minori in età evolutiva in provincia di Bergamo. Sono un ragazzo solare, ho tante cose da dire e raccontare e faccio tutto questo a ritmo di musica, o per lo meno, ci provo. Ah, dimenticavo: ho trentatré anni. Data un po' critica. Speriamo di arrivare ai trentaquattro ;)

È nei primi anni universitari che sentirai una necessità quasi urgente di comunicare in qualche modo ciò che senti e decidi di affidare questo compito importante alla musica. Che cos'ha di tanto speciale per te questo tipo di linguaggio artistico rispetto ad altre forme espressive?

Fin da subito, fin dai primi approcci come ascoltatore e fruitore della musica, in particolare del genere Rap, ricordo che rimasi folgorato dall'importanza della parola, dalla sua forza e dall'opportunità di lanciare un messaggio, un contenuto attraverso essa. Da lì in poi ho iniziato a pensare: "Lo voglio fare anch' io. Anch' io voglio raccontare e raccontarmi". Personalmente poi credo che la musica sia un linguaggio universale e che a volte per far sì che possa arrivare al nostro cuore non serve nemmeno una grande preparazione, poiché il ritmo colpisce subito. Secondo me è più diretta rispetto alla visione di un quadro o alla lettura di un libro.

Tutto nasce da Mario (non quello di Ligabue…ahahahah!). Chi era e cosa ti ha ispirato?

Mario era (o è, non ho più avuto sue notizie) un signore particolare, abbastanza caratteristico, nonché cliente della pizzeria dove lavoravo durante gli anni dell'Università. Diceva spesso grandi cavolate, ma mi faceva ridere e sorridere un sacco. Sapeva intrattenere a suo modo. Lui ovviamente non c'entra niente con l'importanza della parola e/o il messaggio da lanciare, ma mi stava talmente simpatico che i miei primi approcci di scrittura li ho avuti "grazie a lui". Infatti, per un periodo, mi capitava di tornare a casa, dopo i turni in pizzeria, e iniziare a descrivere Mario su alcune strumentali prese da Youtube. Mi divertivo molto in realtà e, una volta finito con Mario, sono poi passato ai contenuti un po' più seri, che poi mi hanno portato nel 2011/2012 al mio primo album: Qui è un casino.

All'epoca ascoltavi artisti come gli Articolo 31, Fabri Fibra, Marracash. Che cos'è il Rap per te?

Come dicevo prima, è possibilità di espressione, possibilità di lanciare un messaggio, opportunità di raccontarmi, forza della parola in maniera chiara e diretta, oltre che terapia non farmacologica (concetto che applico anche alla Musica in generale). Per me è tutto questo.

Nel 2011 entri in studio e registri il tuo primo album Qui è un casino, di cui hai accennato prima. Si tratta di undici tracce arrangiate con David Zampini e che ti portano a sperimentare un Rap molto particolare. Ce lo vuoi spiegare meglio?

Esattamente. Ammetto che in quell'album, per quanto possa essere stato trattato con qualità da David, mi sentivo molto poco "esperto" e molto poco conscio di quello che volevo da me stesso e dalla musica. Però, in qualche modo, bisogna pur cominciare, no?
In quell'album anche David si stava approcciando al mio genere, quindi è stato un esperimento per entrambi, tant'è vero che le strumentali non sono classiche e tipiche del genere, ma in alcuni casi esulano anche dal contesto. Se vogliamo, tutto questo non è detto che sia un male. Ben venga la commistione. Mi sento anche di dire che in quell'album ho avuto anche una scrittura e un flow abbastanza acerbo. Ma ripeto: era l'inizio, stavo carburando. Sulle tematiche trattate, invece, non ho nulla da dire. Ed era esattamente quello che volevo comunicare, un po' più cupo e pessimista rispetto a come sono ora, senza dubbio.

Fino al 2019 prendi questa strada musicale come un gioco, finché qualcosa cambia e realizzi il secondo album Punto e a capo, che uscirà nell'ottobre del 2020 con sette brani, le cui sonorità sono sicuramente molto diverse dal tuo primo lavoro discografico. Passi,infatti, da una matrice Rap all'Indie pop. Come mai questo cambiamento di rotta?

In realtà la mia matrice resta quella Rap anche nell'album Punto e a capo. Semplicemente, parlando e creando col produttore David Zampini, ci siamo accorti che ci stavamo spostando verso altre sonorità, non quelle proprio tipiche del Rap, ma come già detto in precedenza questo non è affatto un male, amo la commistione di "generi". Il cambiamento di rotta, se così vogliamo definirlo, è stato pressoché naturale, in quanto tra il primo album e l'album del 2020 ci sono ben otto anni di differenza, all'interno dei quali sia io che il produttore siamo cresciuti, abbiamo sperimentato nuove cose e fatto esperienze di ogni tipo. È normale crescere/cambiare, fa parte della vita, e inevitabilmente potrebbe cambiare anche l'approccio alla musica. Penso possa essere questa la chiave di lettura, anche perché sarebbe impensabile, forse, quanto meno per me, restare ancorato alle stesse sonorità, per decenni.

È uscito durante il periodo del Lockdown e mi dicevi che ha avuto la sua fortuna perché molte persone lo hanno ascoltato. Grazie anche ai social, l'uscita di questo disco ti ha permesso di stabilire dei contatti molto importanti per te. Tra i tanti ricordiamo l'amicizia che hai instaurato con Emanuele Lauriola (produttore e speaker di Radio 104) e Davide Lusardi, musicista pop conosciuto con lo pseudonimo di Alchimista. Ci vuoi raccontare cosa avete realizzato assieme?
Il primo lockdown nazionale, quello tragico e drammatico del 2020, in realtà per me è stato molto fruttifero a livello musicale. Ho scritto e prodotto tanto, ho messo ordine nella testa, tra i pensieri. Sfruttando i social, in particolare Instagram, ho avuto modo di far conoscere Punto e a capo e, attraverso la musica, ho creato una vera e propria rete di relazioni umane, purtroppo a distanza. Tra queste relazioni ci sono sicuramente quella con Emanuele e con Davide, due ragazzi di Chiavari, con i quali abbiamo realizzato l'E.P. Canzoni dal divano, uscito nel Giugno 2020 con l'intento di rallegrare le persone ascoltando i nostri brani e alleggerirle anche dalla pesantezza di quell'orrendo periodo. Tutto quindi è partito da una stima reciproca sui social, che poi è diventata amicizia nel corso del tempo. Come si dice? Le belle cose!

Nel 2022 vieni contattato dall'etichetta Red Owl Records / Orangle Records e inizi a collaborare con loro. Ne nascono due singoli distribuiti da Universal Music Italia: Labbra di sale, uscito a gennaio di quest'anno, e Il sapore della cena, disponibile su tutte le piattaforme da aprile 2023. Ci racconti la differenza tra i due pezzi?
Esattamente, questi due brani, a oggi, sono le mie due ultime "fatiche".
LABBRA DI SALE parla di una frequentazione molto sofferta, soprattutto per gli strascichi psicologici che ha lasciato in me. Invita gli ascoltatori ad avere il coraggio di scegliere all'interno delle relazioni (anche non necessariamente amorose) perché a volte è peggio restare fermi a non fare nulla. Anzi, sempre. Tutto nasce da un colloquio con la mia psicologa, questo era doveroso dirlo! Un percorso che porterò sempre nel cuore e che consiglio a chiunque si dovesse accorgere di essere in fatica per qualsiasi motivo nella propria vita.

IL SAPORE DELLA CENA invece è un invito a trasformare gli scontri in confronti, perché di vedere piatti che volano e porte che sbattono durante le discussioni siamo tutti un po' stufi e poi non portano a nulla. Perché proprio a cena? Semplice: perché a cena tendenzialmente noi persone ci riuniamo intorno al tavolo per cenare e ci raccontiamo le nostre giornate cariche di stress, fatiche e chattate su Whatsapp o Instagram, che alterano ogni forma di conversazione. Ed è proprio lì che ogni discussione diventa polemica, proprio mentre si cena, fino a farci perdere il sapore di ciò che stiamo mangiando. Ma non voglio svelare molto di più. Invito tutti ad ascoltare i brani su Spotify, Apple Music, Amazon Music e in ogni altro digital store.
Idee per il tuo futuro musicale?
Ho tante cose che mi frullano per la testa. Sto già ragionando ai brani di Settembre/Ottobre e fine anno 2023. Di più non posso dire, se non di seguirmi sui miei profili social per restare aggiornati. Una cosa è certa, anzi due: uscirà nuova musica e ci sarà qualche Live nell'estate 2023. Il piatto è ricco.
Passiamo alle "Bergamodomande"
Tu abiti vicino al Lago d'Iseo. Qual è la sua caratteristica più bella?

Senza dubbio il lago. A volte mi dimentico di avere questa fortuna, a volte invece lo do per scontato. Un errore che non voglio più fare perché, in fondo, una canzone può nascere anche osservando il lago in una sera d'estate.

So che hai collaborato con un featuring in Freud, pezzo di Scaccabarossi, altro cantante bergamasco da noi intervistato. Com'è nato questo connubio musicale orobico?

Ci siamo conosciuti a un contest. Abbiamo chiacchierato tanto, non solo di musica. Fabio (Scaccabarossi) poi mi ha scritto in direct durante l'uscita del mio singolo SALSA DI SOIA per farmi i complimenti. Da lì mi ha invitato nel suo tour estivo 2022 a cantare qualche brano con la band e poi nell'Agosto dello stesso anno abbiamo inciso FREUD, che ha visto la luce sui digital stores nell'Ottobre del 2022. L'idea del brano è stata di Fabio. Io mi sono solo inserito completando il tutto con le mie strofe. Ne è nata un'amicizia. Grazie Musica, grazie.

Quest'anno Bergamo-Brescia sono la capitale della cultura. Dovessi essere una guida turistica, quale luogo sceglieresti per dire "Ti devo portare proprio qua"?

Sono sincero: io porterei sempre tutti e tutte alle mura di Città Alta a Bergamo. Per me sono un po' come il lago di prima: spesso le do per scontate, ma in realtà sono meravigliose e ogni volta che passo in città mi dimentico sempre, forse per fretta, di soffermarmi ad ammirare tutto quello che posso osservare. A volte la fortuna e la bellezza sta nelle cose più semplici; le abbiamo sotto il naso e manco lo sappiamo. Nemmeno ce ne accorgiamo.

Grazie, Giuseppe!

Se volete contattare o ascoltare Roccia, ecco i suoi riferimenti social:
Articolo scritto da Arianna Trusgnach per Chèi de Bèrghem
Trovi il Chèi de Bèrghem su Facebook, Instagram e Twitter
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