No Future: i Sex Pistols bergamaschi

06 Agosto 2022 Artisti Commenti
Una chiacchierata con il Baldo, bassista e fondatore della tribute band dell'indimenticabile gruppo punk inglese.

"No Future" è un noto verso di uno dei pezzi più famosi dei Sex Pistols. Com'è nata l'idea di diventare la loro tribute band?

L'idea, nata ma subito sepolta da un mare di ulteriori altre idee che hanno preso il sopravvento, risale circa alla fine degli anni '90. Le condizioni ideali si sono create ben due decenni dopo, nel 2018, quando ho deciso per la prima volta in vita mia di costruire una nuova band da zero, ma solo se fossi riuscito a creare un collettivo con persone affidabili e con una passione costante e coinvolgente da parte di ogni componente. Manuel arrivò in "perfetto orario" (ed è la persona perfetta) per concretizzare tutto ciò e da lì abbiamo iniziato il nostro percorso.

Chi sono esattamente i No Future?

I No Future sono un tributo ai Sex Pistols e suonano solo e solamente canzoni di questa storica band, alla quale facciamo riferimento. I Pistols sono gli incontrastati capostipiti del punk inglese, nonché band che ha avuto un'influenza enorme su moltissime realtà musicali mondiali dalla fine anni '70 a oggi.
Tutti noi proveniamo dai dintorni di Bergamo e abbiamo lunghe esperienze pregresse con altri gruppi e altri generi, ma di fondo abbiamo la comune passione per i Sex Pistols, che ci ha portato a creare appunto la nostra idea di tributo.

Una caratteristica musicale di ogni componente dei No Future?

Abbiamo personalità spiccate e ognuno, a modo suo, contribuisce con le proprie attitudini a creare la necessaria alchimia all'interno della band.
Alla batteria c'è Il PiVol, fonte di energie assolutamente inesauribili e con tonnellate di grinta da regalare, supportate da un'ampia quanto insospettabile preparazione tecnica da orchestra. Alla chitarra c'è Enrico "Sunny Boy" Iorio, che si è unito alla band nel recente passato. Lui porta in dote una cultura musicale praticamente sterminata e una fucina di proposte che lavora a ciclo continuo.
Io sono Il Baldo, da sempre bassista, e ho avuto il merito di "accendere la miccia" oltre a essere profondo cultore della controversa storia dei Sex Pistols.
Chiude il cerchio Manuel "Lydon" Secomandi, ariete assoluto della band nonché frontman e leader indiscusso sul palco, dotato di grandissima ed eclettica personalità.
Tutti noi, come detto, abbiamo lunghe e pregresse esperienze musicali - qualcuno perfino a livello nazionale - e ognuno ha un suo ruolo ben specifico anche al di fuori della band stessa, anche se in sala prove tutto si riduce a produrre punk in maniera serrata.

Non vedo creste sulle vostre teste, ma la grinta che esprimete sul palco fa davvero rizzare i capelli a chi vi ascolta. Qual è la cosa che vi lega maggiormente e che vi permette di trasmettere al pubblico la vostra grande voglia di divertirvi?

Credo che l'aspetto migliore che caratterizza la nostra band sia la consapevolezza della forza del collettivo. Può accadere di avere forti divergenze di vedute, non mancano altresì gli scontri verbali dovuti alle diverse opinioni o personalità ma, in definitiva, abbiamo tutti ben presente che proprio il collettivo stesso è il punto di forza e la fonte dalla quale attingere. Da noi il collettivo ha l'assoluta priorità sulle esigenze del singolo. Nessuno di noi prende l'iniziativa in autonomia: ragioniamo in quattro e in quattro decidiamo, su qualsiasi cosa di qualunque importanza. Ciò si ripercuote positivamente sull'aspetto musicale perché crea un forte amalgama e, partendo dal presupposto che ogni singola voce o presa di posizione ha lo stesso peso specifico di quella degli altri tre, ognuno si sente "alla pari" degli altri e c'è la convinzione che ciò che ognuno fa è al servizio dei compagni di band. Questo crea una sorta di impenetrabilità e solidità nel gruppo: ognuno è il pilastro degli altri, sia sul palco che fuori. E' un aspetto che talvolta da fuori si fatica a comprendere perché ci si aspetta sempre che una band sia un'unione di singoli, ma da noi è l'esatto opposto ed è la spina dorsale dei No Future. Quando c'è solidità c'è forza e, quando c'è forza, c'è anche la serenità e quindi la positività. La positività porta divertimento e, in genere, se fai qualcosa divertendoti, lavori con maggiori risultati.

Avete alle spalle solo quattro anni di storia, nonostante siate tutti veterani del mondo della musica. Ma la cosa bella è che avete subito riscontrato un grande successo, tanto che siete stati chiamati a suonare non solo in tutti i più importanti locali della bergamasca ma anche a Como, Brescia, Milano, Verona. Una bella soddisfazione, direi. Qualcosa da dichiarare?

Da dichiarare abbiamo che la cosa ci ha sorpresi e inorgogliti alla grande! La condizione di base era di iniziare a suonare ma senza troppe velleità e con il solo obiettivo di divertirci e, magari, di presentarci live solo occasionalmente. Quello che però non avevamo calcolato è che, essendo l'unico tributo ai Pistols regolarmente attivo in Italia e non essendocene mai stato nessuno fruibile a livello più ampio rispetto a una band locale, molta gente anche fuori Bergamo si è subito interessata alla nostra proposta. I Pistols sono conosciuti da tutti, ma quasi nessuno ha avuto l'occasione di vederli dal vivo e questo ci ha portato a ricevere chiamate non solo da Bergamo stessa, ma anche da fuori, permettendoci di raggiungere zone "lontane da casa" che inizialmente nemmeno avevamo considerato. La gente che incontriamo ci sta dando davvero tantissime soddisfazioni umane.

Cosa amate di più del punk?

Anzitutto va detto che chi odia il punk non ha nemmeno lontanamente capito il significato più profondo del concetto. Sotto la parola "punk" si nasconde un mondo potentissimo, molto articolato, il cui circuito underground è fortissimo e largamente sviluppato. E che non ci si venga a dire che il punk è facile da suonare, perché il punk non va suonato come al Conservatorio ma con "La Òia", cioè "La Voglia" come si dice a Bergamo. E non è davvero materia per tutti. Molti quindi non ce la fanno e lo disprezzano.
Ciò che amiamo di più del punk è la sincerità, perché il punk è una musica sincera, fatta da persone sincere e per un pubblico sincero. Questa cosa è stupenda e spiegarla a parole è riduttivo: va vissuta per capirne a fondo il significato. Gli attestati di affetto e stima che riceviamo anche da sconosciuti, nonché la carica emotiva che ti regalano persone mai viste fino a due minuti prima e che poco dopo sono già tuoi amici, è assolutamente fuori dal comune. Non ci sono filtri: il punk è visceralmente onesto. I sentimenti sono rumorosamente reali, senza compromessi. E' un serbatoio inesauribile di energia positiva. Il punk taglia le distanze tra le persone e le avvicina emotivamente.

Si dice che Sid Vicious abbia inventato il pogo. Che effetto vi fa vedere la gente pogare durante i vostri concerti?

Questa cosa è di una bellezza assoluta. Il pogo è una delle massime espressioni dell'esaltazione che il pubblico ti può dimostrare. Quando vedi che la gente poga, ti guarda e mentre lo fa si diverte, questo è fonte di enorme soddisfazione.
Vedere le scene dal palco, vedere la gente che libera tutta questa carica emotiva e lo fa sorridendo è qualcosa di assolutamente incredibile.

Immagino ci siano molti aneddoti legati ai vostri concerti. Tre è il numero perfetto e tre sono i ricordi che ti lascio rimembrare.

Probabilmente potrei fermarmi per ore a raccontare cosa succede in una serata punk. Esci di casa pronto a tutto e ci torni dicendoti che, a serata conclusa, l'asticella delle tue esperienze tra l'assurdo e il surreale si è alzata di otto metri. Comunque, provo a citarne qualcuno in ordine sparso.
Aneddoto 1 - Primo show di Enrico, che si è appena unito alla band. Ci si aspetta una serata tutto sommato tranquilla. E invece sotto il palco c'è il finimondo: a un certo punto Manuel avanza in proscenio, appoggia l'anfibio sulla cassa spia e prosegue a cantare. Dal nulla, come se fosse uno squalo che emerge da sotto acqua, appare da chissà dove un tizio mai visto prima che cinge con un braccio stile-polpo la gamba di Manuel e non la molla. Poi inizia a leccargli ferocemente l'anfibio (suola compresa) e prosegue per mezzo minuto buono…poi molla la presa, si allontana saltellante, esce dal locale e sparisce esattamente come è apparso, senza più riapparire. Sparito nel nulla. Completamente dissolto. Da matti.
Aneddoto 2 - Abitualmente facciamo noi lo stage-diving (il famoso "tuffo dal palco") ma una sera, per chissà quale motivo, la gente si è gasata così tanto che ha iniziato a salire a turno sul palco e si lanciava di sotto. A un certo punto, proprio quelle persone che si trovavano sul nostro palco, erano così tante che sembravano i bambini del CRE in gita agli acquascivoli: erano circa due decine. Noi sembravamo i custodi del parco acquatico, attenti che nessuno saltasse la fila, e tutto questo senza mai smettere di suonare…
Aneddoto 3 - Serata con tre band. Noi facciamo il nostro solito show. A un certo punto qualcuno lancia un manichino-donna sul palco, di quelli che trovi nei negozi di vestiti, e si spezza a metà. Due tizi si prendono vicendevolmente a sberle fortissime per contendersi la metà inferiore. Alla fine ce la rilanciano sul palco e noi rimettiamo insieme i pezzi. Portiamo il manichino in camerino e lo usiamo per appenderci i nostri abiti, fino a vestirlo del tutto. Qualcuno ci appoggia pure una parrucca sulla testa. Usciamo per gustarci il concerto che c'è dopo il nostro e si avvicina un tizio ultrabarcollante che, già a distanza di sei metri, sentivamo puzzare di Vecchia Romagna. Ci dice qualcosa che noi non capiamo e, per scrollarcelo di dosso, gli indichiamo il manichino travestito. Torniamo quindi ai camerini dopo un'ora e scopriamo che il tizio sta ancora parlando imperterrito al manichino: è rimasto lì a conversare con lui senza mai spostarsi né, ovviamente, ricevere risposta. Ed era anche convinto!
Cose del genere ne succedono a tutti i concerti. Non sai mai cosa può capitare né chi puoi incontrare, ma sono sempre grasse risate.

Un vostro sogno nel cassetto?

A dirla tutta, per noi è già un sogno poter suonare con una certa regolarità. Sapere di poterlo fare tra amici e con intenti comuni è motivo per noi di grande orgoglio, perché a livello underground non è così scontato. Se parliamo però di sogni "veri", ci piacerebbe suonare all'estero, solo per il puro gusto di provare qualcosa di diverso da quella che è la "solita" realtà nazionale. A dire il vero, avevamo avuto anche una proposta abbastanza importante dal Regno Unito (che è la patria dei Sex Pistols), però non si è concretizzata. Ma il futuro è tutto da scrivere.

E ora le "BergamoDomande"!
Una vostra collaborazione speciale con qualche artista bergamasco?

A conti fatti, dato che presi singolarmente possiamo dire di essere "nel giro" da parecchio tempo, abbiamo avuto modo in una maniera o nell'altra di suonare o comunque di entrare in contatto con un sacco di gente e comunque di conoscere di persona praticamente tutti quelli che suonano a Bergamo. Con molti di loro ci abbiamo anche suonato. Ma se dovessimo fare un nome, allo stato attuale, apprezziamo moltissimo i Crushed Fingers: sono giovani, in forte ascesa, hanno molta voglia di fare e con ottime idee. Non abbiamo ancora avuto modo di suonare insieme, ma ci piacerebbe farlo: sono davvero forti.

Un luogo orobico in cui vorreste girare un video?

Sicuramente sul tetto della Rocca: sei in alto e vedi tutta Città Alta e tutta Città Bassa. E' un posto pieno di storia… e poi, vuoi mettere che stage-diving memorabile ne viene fuori se lo fai da lì?

Dipingimi con le parole un'apericena bergamasca ideale prima di iniziare un concerto.

Il concetto di apericena, nel punk, è difficilmente realizzabile. Ma, se proprio apericena deve essere, teniamo solo la parte "aperi", perché "cena" alla fine si riduce sempre in pochissimi cibi solidi e tantissimi liquidi: saltare sul palco con il prosecco, il cocktail o lo stinco con la polenta sullo stomaco non è proprio il massimo. Piuttosto è decisamente più fattibile bere cinquanta birre: facili, fresche e che "fanno gruppo"! Anche se, non possiamo negare, abbiamo uno speciale legame con la grappa del territorio orobico…ma questa è un'altra storia…

Grazie per avermi concesso questa intervista!
E' stato un piacere!

Dove possiamo trovare i No Future?

Facebook: No Future - Italian Sex Pistols Tribute
Instagram: nofuture_sexpistolstribute
YouTube: youtube.com/c/nofutureitaliansexpistolstribute
Email: manuel.secomandi@alice.it

Intervista fatta da Arianna Trusgnach per Chèi de Bèrghem

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Commenti
  • Manuel "lydon" Secomandi 06/08/2022 - 15:14

    Grazie arianna, i no future ti vogliono bene!!!

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