I Pulsar Ensemble e il loro ultimo disco “Bizzare City”

08 Settembre 2021 Artisti Commenti
Originale gruppo bergamasco formato da cinque polistrumentisti che spaziano dal post-rock al post-jazz, dall'ambient music all' electropop

Ph. Francesco Roncoli

Ciao ragazzi! Bella storia la vostra formazione! Filippo Sala (batteria, vibrafono, synth, voce), Jacopo Biffi (synth, basso, live electronics, chitarra, voce), Luca Mazzola (batteria, basso, synth, voce), Stefano Grasso (vibrafono, batteria, synth, chitarra) e Sebastiano Ruggeri (batteria, synth, vibrafono, spd)… oserei dire un'idea innovativa che sa alquanto di rivincita dei percussionisti, messi sempre in secondo piano e relegati al fondo palco. Voi invece proponete al pubblico due batterie super orgogliose di stare davanti, un vibrafono a cui è spesso affidata la melodia principale e ci aggiungete i suoni elettronici del synth.
Da dove nasce l'idea di questa particolare commistione di sounds?

L'idea è nata nei primi mesi del 2014 e si è sviluppata con il tempo, nel corso di questi sette anni. Ricordo che ci siamo trovati a provare alcuni brani che avevo scritto per batteria e percussioni. L'intento era quello di creare un gruppo che potesse essere anche un laboratorio di ricerca ritmica e timbrica inerente al mondo delle percussioni. È così è stato. Poi, nel corso degli anni, il nostro set-up è cambiato, si è ampliato, si è trasformato, ed è ancora oggi in continua evoluzione; siamo cambiati anche noi.
Ci è sempre piaciuto sperimentare, prendere dei rischi, lavorare con il materiale musicale che avevamo a disposizione per poi trasformarlo, rinnovarlo. Essendo tutti polistrumentisti, abbiamo introdotto anche strumenti non a percussione: chitarre, basso, voce ed elettronica.

In astrofisica con PULSAR si denominano particolari radiosorgenti che emettono radioonde attraverso brevi impulsi con forma e intensità variabili. Avete scelto questo nome perché vi sentite, musicalmente parlando, delle stelle pulsar underground?

Ci siamo ispirati alle stelle pulsar su suggerimento del mio amico musicista Massimiliano Milesi. Le pulsar sono stelle che emettono frequenze percepibili come pulsazioni regolari, di conseguenza ci sembrava perfetto.

I vostri pezzi vengono scritti assieme o c'è una mente preponderante che domina sul vostro universo di pulsazioni?

Sono io (Filippo Sala) l'autore dei brani di questo gruppo, dall'inizio della nostra avventura fino a oggi.

Vi è mai capitato di arrabbiarvi e di "pestare a sangue" il vostro povero rullante o la "dolce" grancassa per sfogarvi e poi dire "Oh, pota, ci voleva!" ?:)

Sicuramente è successo, non a sangue ma con decisione sì!

Vi siete esibiti non solo in terra bergamasca, ma anche fuori dai confini orobici. Com' è stato accolto dal pubblico il vostro progetto musicale?

Il nostro spettacolo suscita sempre un certo interesse e questo fa piacere. Fuori da Bergamo è sempre stato ben accolto.
Ph. Claudine Strummer

OddSquare è stato il vostro primo lavoro discografico. Uscito nel 2018, il titolo ricorda un concetto matematico con cui si esprime il quadrato perfetto che si genera dalla somma di due numeri primi. Mi pare di capire che avete una mente molto scientifica. Ci volete spiegare come siete riusciti ad applicare questo elemento teorico altamente razionale alle vostre musiche?

C'è un bel mix di menti all'interno di questo gruppo, ma penso che la mente scientifica non sia quella predominante. A ogni modo, OddSquare rappresenta l'idea di una musica molto strutturata e ritmicamente abbastanza complessa, ma con un impianto melodico e armonico molto semplice. Un quadrato dai lati dispari ci sembrava un titolo interessante e adatto.

A giugno, dopo ben tre anni da OddSquare, è uscito il vostro secondo album: Bizzarre City. Questa volta il titolo del cd è molto bizzarro… Sono curiosa di sapere a cosa si riferisca. Ci volete raccontare l'idea di questo nuovo lavoro?
Bizarre City è il racconto sonoro di una città immaginaria organizzata in nove quartieri bizzarri e surreali, una metropoli senza tempo né spazio, visibile solo per chi vi si addentra; le sue atmosfere si sovrappongono, si intersecano ripetutamente in un caleidoscopio di suggestioni. Ogni brano è un fotogramma in divenire, è un viaggio attraverso un barrio sconosciuto ma riconoscibile.
È un disco che proietta l'ascoltatore in un luogo dove convivono le diverse mutazioni della musica post-rock, psichedelica ed elettronica.
Illustrazioni grafiche: Simone Tormento; Alessandro Adelio Rossi
Il concerto che vi ha dato più soddisfazioni?

L'ultimo che abbiamo fatto, al Festival Young 'n Town di Albino.

Avete progetti particolari in atto o in mente?

Sì, di idee ce ne sono sempre tante.
Poter suonare la nostra musica all'estero significherebbe raggiungere uno dei nostri obiettivi.

Veniamo alle "Bergamodomande".
Come definireste Bergamo con una sola parola?

Filippo: cà
Jacopo: bèla
Luca: carataristica
Stefano: picinina
Sebastiano: Bèrghem

Chi, tra gli artisti bergamaschi non tanto conosciuti ma che apprezzate, vorreste che aprisse un vostro concerto?

The Honolulu.

Qual è l'espressione bergamasca che più spesso esce nelle vostre prove?

Daga dét!

Scorlazzino o Scorlazzone ?

Filippo: Scorlazzone
Jacopo: Scorlazzino
Luca: Scorlazzino
Stefano: so mia cosa l'è
Sebastiano: Scorlazzone

Grazie davvero, ragazzi, per l'intervista che mi avete concesso!

Grazie a te!

Potete trovare i Pulsar Ensemble qui:

www.pulsarensemble.com
fb/pulsarensemble
ig/pulsarensemble

Intervista fatta da Arianna Trusgnach per Chèi de Bèrghem

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