Dr Faust, leggenda musicale della nostra terra

14 Maggio 2022 Artisti Commenti
Il blues & rock dell'artista di Bergamo città: trentasei anni di lunga carriera per Fausto Scaravaggi e la sua armonica a bocca

Fausto, è davvero curiosa e per niente banale la storia che ti ha portato a scegliere il tuo nome d'arte. La condividiamo con i nostri lettori?


Il nickname DR Faust nasce casualmente in una vacanza sulla riviera ligure dove, nell'approcciare delle ragazze tedesche che avevano difficoltà nel pronunciare il nome Fausto, utilizzai il nome DR Faust, dalla storica opera teatrale e letteraria di Goethe. Nell'avanzare degli anni scoprii che anche nel mondo del Blues esisteva un personaggio leggendario che aveva venduto l'anima al diavolo, il protagonista dell'opera tedesca, ossia il mitico Robert Johnson, chitarrista e cantante compositore di successi internazionali portati alla ribalta dai più grandi musicisti blues del mondo. Di conseguenza questo soprannome si rivelò azzeccatissimo. Evidentemente il Destino voleva che io mi chiamassi così.

Facendo un piccolo excursus della tua carriera, sei entrato nel mondo della musica come disc jockey in radio. Ti sei poi appassionato al blues ascoltando Bob Dylan e, in seguito, al punk dei Sex Pistols e dei The Clash. Nel 1985, grazie al locale "Coffe House" di Torre Boldone, inizi a organizzare concerti e, quando ti ritrovi a dover tappare alcuni "buchi", suoni assieme a una band creata ad hoc: i Coffee House Brothers. Da questo momento la cosa si fa seria. Ci vuoi raccontare cosa succede in seguito?

Confermo tutto ciò che stai dicendo. Effettivamente questa formazione era nata solo per sostituire le band che per svariati motivi non potevano effettuare i propri concerti nel suddetto locale. Era composta, tra l'altro, dai migliori musicisti dei gruppi che suonavano abitualmente nel Cavern di Torre Boldone (il Coffee House ricordava molto, esteticamente, lo storico locale frequentato dai Beatles a Liverpool, grazie alle volte del soffitto che lo contraddistinguevano da tutti gli altri locali bergamaschi). Quasi per scherzo provammo a fare un concerto esterno presso una nota discoteca di Mariano di Dalmine (Bg), il Brazil. Il concerto richiamò quattrocento persone e così decisi che era arrivato il momento di fare le cose "seriamente".

Hai inciso parecchio: Down the Highway - Live in Prima Stella, uscito in musicassetta e che a breve sarà rimasterizzato in cd; con i The rock brigade un disco ispirato ai The Clash, ma scritto in italiano (si tratta di un 45 giri mix, cioè dalle dimensioni di un 33 giri ma con un solo pezzo per lato, in cui troviamo Reattori Atomici e una versione rock di Blowing in the wind di Dylan); un 33 giri, Rock bands will come; Bisogno di blues, Cuore selvaggio, Live in Lurano, Il serpente del blues, un Q-disc di quattro pezzi registrato al Porretta Soul Festival e infine due dischi incisi con i Traveling Cats. Insomma: tanta roba! Che effetto ti fa sapere che nel mercato dei collezionisti i tuoi dischi sono quotati anche 35/40 euro? :-)

Il 45 mix Reattori Atomici, registrato con The Rock Brigade, e il 33 giri Rock Bands Will Come , registrato sempre con The Rock Brigate assieme a una band bergamasca dedita ai Cure, i The Walk, e a una grunge band milanese chiamata The Pneus (33 giri completamente autoprodotto e pagato con gli incassi dei live concert di un anno) sono diventati veramente dei dischi da collezionismo e ciò mi rende molto orgoglioso e felice!
Detto questo, ovviamente sono altrettanto orgoglioso dei CD prodotti sia con The Coffee House Brothers che con The Traveling Cats.

Qual è il tuo cavallo di battaglia?

Scegliere un brano solo è sicuramente molto difficile, vista la corposa produzione musicale. Se obbligatoriamente devo eleggerne uno, mi viene spontaneo optare per Bisogno di Blues, che diede il titolo al mio primo CD e che tutt'ora è ancora uno dei brani più amati e richiesti dal mio pubblico.

Hai partecipato come ospite fisso su Rai Radio2 a una trasmissione condotta da Paolo Rossi e, sempre sulla stessa frequenza, a un programma con Paolo Villaggio. Cosa ti hanno lasciato queste importanti esperienze?

Indubbiamente lavorare con dei "mostri sacri" come Paolo Rossi e Paolo Villaggio resta un'immensa e indimenticabile soddisfazione. Quelle due stagioni a Radio 2 Rai mi hanno regalato ricordi indelebili che arricchiscono a livello qualitativo e umano la mia carriera artistica.

Hai suonato a Torino in diretta Rai davanti a quarantamila persone alla Festa dei Sindacati Europei assieme ai Nomadi, a Vecchioni, agli Almamegretta e a Bennato, tanto per citare alcuni artisti con cui hai condiviso lo stesso palco. Direi un'esperienza wow! Un ricordo particolare di quel concerto?

Quella sera suonammo nell'ambito del programma Ci Vorrebbe un Gospel a questo importantissimo concerto tenutosi in piazza San Carlo. Il nostro show apriva la diretta radiofonica appena dopo quella televisiva, quindi la piazza era gremita di quarantamila persone che non ci conoscevano, ma che ci hanno accolto con un calore incredibile, ballando le canzoni: Jericho, Bisogno di Blues ed Everybody Needs Somebody come se non ci fosse un domani. Vedere ballare una marea tale di persone in una piazza stupenda come quella torinese resta sicuramente una soddisfazione pari alle nostre precedenti prestigiose esibizioni al Pistoia Blues Festival 1997 e all'apertura della tournée di Zucchero presso la Festa dell'Unità di Modena del 1999. Vorrei fare una piccola citazione anche della nostra partecipazione al Giro Festival presso l'arena di Pescara, dove suonammo in diretta Tv su Rai International. Il programma era in mondovisione (non pizza e fichi) e la partecipazione a Demo, questa volta su Radio 1 Rai e condotta da Michel Pergolani (collaboratore di Renzo Arbore in l'Altra Domenica), ci portò anche a suonare al Ruffano Blues Festival con Fabio Treves (grande maestro e amico) ed Eugenio Finardi.

Qualche disco in procinto di essere blues-sfornato? :-)

Sì! Sto preparando un nuovo album con la MC Harmony del Maestro Manlio Cangelli. Dovrebbe chiamarsi DR Faust & Friends. Non aggiungerei altro per lasciare un velo di mistero e di sorpresa…

E ora le nostre "Bergamodomande"
Hai collaborato con parecchi artisti orobici. Tra queste tue esperienze ricordiamo il suono della tua armonica nella prima versione di Coston Beach del Bepi (all'epoca cantava ancora col suo vero nome, Tiziano Incani), nei concerti di Riky Anelli o la tua voce nel coro del progetto Che mal de có del Vava. Cosa ne pensi dello spirito di cooperazione che contraddistingue da sempre i bergamaschi?

L'amicizia con Tiziano Incani, in arte Il Bepi, con il bravissimo cantautore Riky Anelli e con il simpaticissimo Vava, che mi ha coinvolto nello spassosissimo video Che mal de cò, sono la prova che si possono superare le assurde rivalità campanilistiche e così condividere momenti di allegria e buona compagnia con artisti bergamaschi di vario genere musicale, con i quali ho un rapporto di collaborazione che continua nel tempo. Sono convinto che potranno nascere ancora altre situazioni che ci vedranno protagonisti assieme. Non dimentichiamo che la rassa bergamasca, sòta la sender, brasca (la razza bergamasca sotto la cenere ha sempre la brace accesa). Questo è un vecchio detto bergamasco che si sposa alla perfezione con il nostro orgoglio orobico. D'altronde io sono nato a Bergamo bassa, in Via dei Legionari in Polonia…

La tua grande passione, la pesca americana, ti ha portato a girare l'Italia ma ad andare anche oltreoceano. Che differenza c'è tra questo tipo di sport e quello che un pescatore può fare nei fiumi bergamaschi?

Con la mia passione per la pesca a Spinning (tipica pesca americana ai pesci predatori con esche artificiali) sono diventato Presidente del Predator Fishing Club di Bergamo, da me fondato nel 2003. Nel 2021 ci siamo classificati al primo posto del campionato italiano di Spinning, fregiandoci quindi dello Scudetto Tricolore! La mia passione mi ha anche portato a pescare in quasi tutta Europa e nel 2011 anche nel favoloso Great Slave Lake in Canada. Esperienza indimenticabile! In sei pescatori catturammo in una sola settimana settecentocinquanta lucci e quattrocento lucioperca praticando il catch & release (cattura e rilascia). Tutti questi pesci sono ritornati a nuotare nel lago dopo la foto di rito. Il nostro concetto di pesca sportiva non prevede la morte della preda e rispetta l'etica della pesca veramente sportiva. Questa caratteristica sta avendo molto successo tra le nuove generazioni, favorendo un rapporto equilibrato e nobile fra pescatori e ambiente circostante. Tutto questo mi riempie ovviamente di orgoglio, essendo un amante della Natura.
I fiumi e i laghi bergamaschi non hanno nulla da invidiare a quelli stranieri però inviterei gli amanti di questa tecnica e le amministrazioni comunali e regionali ad avere più cura e rispetto per le nostre acque, contrastando bracconaggio e inquinamento, come facciamo noi ogni giorno sulle rive dei nostri corsi d'acqua.

A quale mito musicale avresti maggiormente piacere di regalare i tuoi casoncelli, visto che ti occupi anche di questa attività?

Un mito musicale, ma soprattutto cinematografico, che apprezzò molto i nostri casoncelli bergamaschi fu Paolo Villaggio. All'epoca del programma radiofonico ne ebbe da me in regalo due chili. Li considerò una ghiottoneria, tanto da mangiarli tutti "crudi"! D'altronde si sa che il caro Paolo Villaggio è sempre stato un amante della buona tavola :-)

Qual è il vino bergamasco che apprezzi di più?

I vini bergamaschi sono molto apprezzati dagli intenditori, quindi non posso che fare una menzione speciale per il prestigioso Moscato di Scanzo.

Dr. Faust, a te i doverosi ringraziamenti per l'intervista che mi hai concesso! :-)

I contatti del Dr. Faust sono:
Personal manager: Giovanni Pettorossi +39 346 8672222
FACEBOOK: Dr FAUST World
INSTAGRAM: drfaust_world
MAIL: info@drfaust.it
SITO: www.drfaust.it

Intervista fatta da Arianna Trusgnach per Chèi de Bèrghem

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Commenti
  • Flavio Santini 19/05/2022 - 09:15

    Sempre grande, caro doc ;)

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