Birrifici Estinti... By Simonmattia Riva

20 Maggio 2021 Prodotti Commenti

La Bergamasca oggi, ma...

La Bergamasca è terra di ottimi birrifici artigianali le cui migliori produzioni sono sovente protagoniste di questa rubrica: la costante ricerca della novità, tipica di un mondo ancora giovane, e il boom di nuove aperture cui si è assistito negli ultimi 6-7 anni non deve però farci dimenticare che non tutte le storie birrarie, ahimè, finiscono bene mentre altre volte, semplicemente, finiscono prima del previsto e auspicato.
In particolare, essere pionieri non sempre paga, a volte si è infatti troppo in anticipo sui tempi e, come diceva Nietzsche (non quello di Zucchero) di se stesso, si nasce postumi.

I primi eroici precursori...

Infatti, i primi eroici precursori della birra artigianale italiana, che aprirono i battenti a metà anni Ottanta, come Peppino Esposito del St. Joseph Bräu di Sorrento e i fratelli Oradini di Orabräu a Torbole del Garda, non videro arridere alle loro imprese il successo sperato.

Ed in bergamasca...

Anche in Bergamasca si è assistito ad un'analoga dinamica dal momento che i primi tre brewpub (ossia locali in cui l'impianto di produzione è attiguo all'area di mescita), tutti sorti nel 1999, non sono giunti sani e salvi ai giorni nostri.

Si parte dalla Valle Brembana...

Partiamo da nord e dallo strapiombo più ripido della Valle Brembana ricordando la storia del Maivisto: situato nella quasi omonima (Maivista) frazione di Sedrina, fu fondato dall'imprenditore edile zognese Gianfranco Mazzoleni affidando la produzione ad un mastro birraio tedesco che calava in riva al Brembo lo stretto necessario per realizzare le cotte e aveva, ovviamente, costruito una gamma di birre di stretta osservanza teutonica.
Dopo la morte del fondatore, avvenuta nel 2011, la famiglia proseguì con una gestione più ridotta per orari e offerta e nel 2013 passò la mano ai fratelli Roberto e Filippo Marchesi di Sedrina che diedero le chiavi della sala cotte ad Andrea Semilia (oggi operativo presso Birra Gaia a Carate Brianza).
Il giovane e bravo birraio originario di Dalmine stravolse completamente la gamma ottenendo un ottimo successo di pubblico e critica, ma il mancato accordo economico tra la proprietà, che era ancora degli eredi di Mazzoleni, e i gestori portò alla definitiva chiusura del birrificio nel gennaio 2015: oggi il Maivisto, gestito dalla famiglia Beretta, ha infatti riaperto come ristorante ma senza produzione birraria.

Si scende fino a Brignano...

Scendendo nella Gera d'Adda, a Brignano aveva sede fino al 2007 il Last Out, noto anche come Osteria dei Bastardù: in un locale che spesso ospitava musica dal vivo, il titolare, Ernesto Nozza, aveva scelto come responsabile della produzione un mastro birraio ceco che brassava una pils e una lager ambrata ovviamente ispirate alla tradizione boema.

Rimanendo nella Bassa...

Sempre nella Bassa ma in direzione est, a Cividate al Piano, si trovava invece il Blues: ospitato in un palazzo storico dotato di cantine, terrazza e cortile che permettevano di superare i cinquecento posti a sedere, aveva aperto i battenti come pub nel 1994 aggiungendo la produzione di birra un lustro più tardi. Il birraio, Domenico Corna, proponeva alle spine due birre a bassa fermentazione, una Pils e una Doppelbock, e due ad alta, una Golden Ale e una Scotch Ale. La fine dell'attività di produzione e mescita è avvenuta nel 2009, esattamente dopo dieci anni di cotte.

Furono tutti dei pionieri...

Per ironia della sorte, anche nella scelta del brewpub questi locali furono in anticipo sui tempi: snobbato fino a pochi anni fa da molti birrifici italiani che preferivano concentrarsi solo sulla produzione, oggi i vantaggi di possedere un locale di mescita di proprietà sono infatti chiari e lampanti per molti imprenditori birrari che si sono riconvertiti prontamente a questo modello di business.

E per concludere...

Un brindisi ai pionieri e ai semi che hanno fatto germogliare!


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